di Alessio Carciofi, Docente in Marketing e Digital Wellbeing
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Nell’apologia di Platone Socrate afferma che la missione della sua vita è far capire agli ateniesi quanto importante sia prendersi cura della propria anima. Questo invito - a mio modo di vedere - è una dolce carezza per i giorni che stiamo vivendo e sottolinea ancora una volta il concetto ancor più profondo del benessere personale e altrui.
L’origine del benessere ha inizio con la volontà di dormire bene; in questo modo infatti ricerchiamo la nostra unicità che prende forma nel fantastico mondo dei sogni. Questo concetto può essere espresso con la metafora del “coltivare”. Quando coltivi qualcosa lo aiuti a crescere, presti cura, attenzione ed amore. Il contadino coltiva il terreno, lo ara, lo dissoda, e così si mette in comunicazione con il silenzio della terra che nasconde i frutti e la bellezza del “domani”. Coltivare il benessere è come invitare le persone a prendersi cura del proprio “giardino interiore”, connettersi con il proprio stile di vita, riflettendo sulle abitudini e i comportamenti che ogni giorno conduciamo.
Collegato al benessere c’è anche un altro concetto, a mio parere ancora più importante, il rispetto. Etimologicamente rispettare vuol dire “guardare all’indietro”, avere un atteggiamento di riguardo, uno “sguardo” particolare verso qualcuno. In questi giorni, mentre ci avviciniamo alle festività, cerchiamo di rendere meno materiale il nostro “fare”, frutto spesso di automatismi e convenzioni, e vivere di più quella “vita immateriale”, per lasciar spazio agli sguardi profondi e a gesti pieni di presenza. Di rispetto, di attenzioni.
Si perché, nell’era della performance e della prestazione, dove, per acquisire significato, tutto viene trasformato in un valore numerico, trova difficoltà ad emergere, o semplicemente ad essere visto, ciò che non è quantificabile, ciò che non ha un prezzo, ciò che “non serve”. Invece no, abbiamo bisogno di rivolgere il nostro sguardo ai valori, a ciò che è veramente importante per noi e per gli altri.
Uno sguardo, un sorriso, costituiscono una grande opportunità, un bellissimo dono da fare agli altri. Siamo chiamati ad essere attenti, ricercare il bello con ciò che ci circonda, perché se c’è una lezione da apprendere in questa “esperienza” è che abbiamo bisogno dell’altro, della relazione, dello scambio.
L’uomo ha bisogno di non stare solo. Deve trovare qualcuno con cui condividere la sua avventura nel mondo, una difesa dalla paura, che paralizza chi resta solo. Prenderci cura dell’altro, delle persone prossime a noi, significa prendersi cura di sé stessi e questo significa acquisire una saggezza profonda che deriva dall'aprirsi, condividere e crescere insieme. Donare è prendersi cura, essere presenti, sentire l’altro e andare oltre noi stessi.
Il dono non è mai individuale, è sempre legato alla relazione, un modo semplice per esprimere - in primis- il nostro bisogno di comunicare, incontrare, condividere emozioni e stati d’animo con un’altra persona. In fondo, il dono è come il dna, dice sempre qualcosa di noi, parla dei nostri valori, delle nostre passioni e di ciò che è veramente importante per noi. E’ come condividere una parte di noi, anzi, donare all’altro un pezzetto di noi stessi.
Prenderci cura degli “altri” racchiude ed eleva il concetto del benessere, che a Dorelan sta molto a cuore. Ecco perché, partendo dai residui di produzione, come fodere, imbottiture e tessuti, che per i più non hanno più valore di esistere, è nato NEVE. NEVE è frutto dell'ascolto della silenziosa fragilità e sensibilità dei ragazzi del CavaRei che, insieme alla creatività dell’Istituto Tecnico Saffi-Alberti di Forlì, hanno co-creato un prodotto unico, solidale e ricco di amore. Un vero dono, frutto della loro unicità, perché unica è la storia di ognuno di loro. Un modo di esserci e di agire, semplice, sobrio ed essenziale, che aiuti le persone a sognare a colori, senza fuggire dalla realtà di ogni giorno, perché è un agire che ha radici salde nel rispetto della vita e della natura.
Lo stesso amore che nutre il contadino con il terreno, cerchiamo di fare noi con il nostro territorio, seminando - con NEVE - tanti piccoli “cuori” nelle case di famiglie e persone perché siamo certi che insieme e uniti riusciremo sempre a raccogliere il meglio. Donare agli altri infatti rappresenta in primis un grosso regalo a noi stessi.
Infatti, se nella vita cresciamo fisicamente per ciò che riceviamo, allo stesso tempo ci eleviamo spiritualmente per quello che doniamo.
Da sempre, noi di Dorelan abbiamo a cuore te. A cuore l’altro. A cuore il vostro benessere.