Editoriale

Non smettere mai di sognare.

Non smettere mai di sognare.
di Alessio Carciofi, Docente in Marketing e Digital Wellbeing

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Fuori c’era un tiepido sole di metà novembre, ero in aula. Ad un certo punto, Carlo si alza e con voce decisa tra frustrazione e riscatto, si rivolge a me, “Prof, mi scusi, io non sono capace a fare questo esercizio e, sinceramente, posso vivere benissimo anche senza”. Considerazioni, come quella di Carlo, arrivano puntuali, in ogni anno accademico, ogni volta che chiedo agli studenti del mio corso di svolgere una piccola esercitazione. Chiedo loro di immaginare il futuro tra cinque e/o dieci anni, dal punto di vista sociale, politico, economico, tecnologico e sanitario. Per poi creare un prodotto/servizio innovativo, seguito da un business plan. Quello che gli operatori del settore chiamano think tank.

Cosa impedisce a persone come Carlo di sognare ad occhi aperti e immaginare il proprio futuro? Niente. Nient'altro che la nostra narrazione interna, i nostri pensieri, ma soprattutto la mancanza del sogno. Sognare è una cosa seria, soltanto che più cresciamo come persone quanto più ci dimentichiamo della meraviglia, dello stupore, dell’immaginazione che vive in noi. Se non “alleniamo” l’immaginazione, il sogno e la creatività, tendiamo a chiuderci in “difesa”, il che significa non solo rimanere statici, ma soprattutto significa bloccare qualsiasi movimento verso il futuro.

Quando si è bambini il sogno è la linfa che nutre i nostri giorni, allieta i nostri momenti e ci rende sicuri di essere capaci. Di poterlo realizzare. Il bambino non ha paura di “non riuscirci”, di non essere bravo abbastanza, di fallire. Sognare – e questo mi piace – aiuta a recuperare l’infanzia perduta e a riabbracciarci con il nostro bambino interiore.

Quel bambino che può e riesce a trasformare un ramoscello in una bacchetta magica o un tubo di cartone in un telescopio. Einstein lo sapeva bene, infatti una sua frase celebre è : “l'immaginazione è più importante della conoscenza". L'immaginazione è la porta delle possibilità. È qui che iniziano la creatività, l'ingegnosità e il pensiero fuori dagli schemi per lo sviluppo del sogno. In fin dei conti, a tutti noi piace sognare, chiudere gli occhi e immaginare di vivere la vita che ci piacerebbe vivere. E’ un desiderio che è radicato nel nostro DNA. Desiderare di più. Ottenere di più. Essere di più. E’ per questo che iniziamo nuovi progetti, scriviamo romanzi, impariamo a suonare la chitarra, cambiamo lavoro, impariamo a cucinare sushi.

Dietro a tutto ciò che vediamo e tocchiamo c’è il sogno. Qualsiasi essa sia la dimensione, la profondità e la realtà, deve essere sognata prima che si realizzi. Tra sogno e realtà non c’è distinzione, né divisione. Quello che un uomo sogna è già realtà, ha solo bisogno di un po’ di tempo perché diventi visibile. E’ da ricercare nell’attesa, la magia che rivela quello che resterebbe invisibile agli occhi. Come possiamo imparare – nuovamente – a sognare?

In una vita maggiormente “spesa” sul medium digitale che si specchia nella società della performance, dell’azione e della velocità, ciò che stiamo sacrificando è il riposo. Il sonno, non è un lusso facoltativo. Il sonno è una necessità biologica non negoziabile. Il sonno è la forma più essenziale e universale del nostro tempo libero. Molti esperti ritengono che sognare sia un riflesso o un contributo alla qualità del sonno. Ci sono tantissimi studi che collegano ai sogni la qualità del pensiero, della memoria e dell'elaborazione emotiva.

Il sogno è qualcosa di straordinario, di potente e allo stesso tempo delicato. Dobbiamo “proteggerlo” e dedicare attenzione al buon dormire.

E’ nella fase REM che si verifica il sogno, una vera e propria potenza creativa, dove la struttura logica e gerarchica del mondo da “sveglio” si dissolve in un mondo senza la parola, senza strutture logiche, pieno di immagini, colori e sensazioni. Il sogno è quel mondo che “abitiamo” in maniera inconsapevole per circa un terzo della nostra vita, ma che al risveglio rende tutto possibile.

Dobbiamo fare attenzione alle paure, quelle che quotidianamente “assalgono” la nostra mente, che ci allontanano dai sogni e che ci privano del desiderio di incontrare la magia. In questo periodo mancano all’appello tanti sognatori, ci sono fin troppi ragazzi come Carlo che hanno perso il desiderio di sognare, mettendo a rischio la struttura basilare di una società.

Questo non significa che tutto diventerà più facile, ma che quel “tutto” sarà più semplice. Qualunque cosa tu faccia, è sempre difficile prima che diventi facile. Il sogno è la cosa più reale che ci sia. Anche quello che la mente giudica evento negativo, è solo il riflesso di un sogno conflittuale.

er questo il “semplice” sognare, significa già avere successo nella nostra vita. Non dobbiamo focalizzarci – esclusivamente - sul fatto che il sogno va assolutamente realizzato. La condizione fondamentale è quella di avere un sogno, possederlo, stringerlo tra le mani. Il semplice fatto di avere un sogno, possiede già tutte le capacità di realizzazione.

Il sogno è un atto di amore, che parte da noi stessi, dal desiderio di esplorare le nostre infinite possibilità, nel volerci più bene, cercando dentro di noi un’immagine piena di vita.

I sogni non sono solo ciò che rende il mondo un posto migliore, ma persone migliori.

Abbi il coraggio di sognare. Abbi il coraggio di essere un individuo e di conquistare tutto quello che è possibile conquistare.

Tutto è possibile, dormendo meglio.