Il rituale della buonanotte

Dopo aver contratto il coronavirus, mi sono dovuta isolare dal mio bambino di 6 anni. Quella prima notte Alessio pianse, rendendosi conto che non potevo leggergli  la sua ninna nanna. Eravamo nella stessa casa, eppure così lontani. Mi faceva male, sapendo che non potevo essere lì con lui quando aveva più bisogno di me: nel rituale della buonanotte. Ma il giorno dopo, Alessio, insieme a suo padre iniziò coraggiosamente a giocare con i suoi giochi, a lavarsi i denti da solo e prepararsi per andare a letto. La seconda notte, con la complicità del padre, ho ricevuto un invito su FaceTime. Eccolo lì, lavato e sorridente. «Leggimi la storia mamma», mi disse. E così ho letto Harry Potter, felicissimo di non avere saltato il nostro prezioso rituale della buonanotte”.

Quando ho letto questa storia, in un battito di secondo è apparso davanti ai miei occhi l’immagine di me piccolo, nel letto, insieme al mio adorato orsettino peluche “Pallino”. Anche io avevo un rituale della ninna nanna. Tutti lo avevano. Anche tu che leggi. Io amavo mettermi nel letto con al fianco, il mio peluche amico, mentre aspettavo la mamma che mi rimboccava le coperte e mi leggeva la favola della buonanotte. Ogni sera una diversa. Ogni sera un momento magico pieno di stupore e magia. 

Tempo fa ho trovato una frase di Betty Hinman che mi ha colpito: “I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole”, ed effettivamente è così. Sia perchè le ninne nanne trattengono le nostre paure su un mondo che è spesso incomprensibile e spietato , sia perchè cantare una ninna nanna ad un bambino significa creare una connessione. Le canzoni della ninna nanna collegano il genitore al bambino, ma forse in modo meno evidente raccontano anche storie che ci collegano al nostro passato e gli uni agli altri. La storia di Alessio e la madre ci parla di una ricerca costante tra i due, di un rituale e di un rapporto profondo e sincero che nutre e si nutre di presenza, di attenzioni e di meraviglia. E’ proprio questo l’ingrediente che il rituale della buonanotte custodisce, la meraviglia.

Oggi il logoramento della meraviglia è probabilmente una delle sventure moderne più insidiose e anche più devastanti. Anche se non lo ammettiamo volentieri, l’uomo è un essere abitudinario e si adagia facilmente nella routine dal pilota automatico inserito. Il rituale della buona notte ci permette di vedere la bellezza della vita fatta di nuovi inizi, non fosse altro che per la sequenza dei giorni e delle notti. E’ il nostro sguardo a conferire il colore, cupo o vivace, al nostro quotidiano. L’insieme delle nostre abitudini può essere percepito come una meraviglioso rituale o una spenta routine. Tutto dipende da come lo viviamo ma soprattutto da come guardiamo i nostri giorni. Tanto è vero che lo sguardo è più importante della cosa guardata.

La differenza tra una routine e un rituale è l'atteggiamento dietro l'azione. Mentre le routine possono essere attività che devono essere eseguite, come rifare il letto o fare la doccia, i rituali sono visti come pratiche più significative che conferiscono un vero senso allo “scopo”. Inoltre, con i rituali si è completamente coinvolti nell'esperienza dell’attività e non si cerca solo di completare il compito.

Il rituale della buonanotte non è una “cosa da fare” come una delle tante attività che inseriamo nella to do list, ma un momento magico da vivere. Ecco perché oggi rimuovere la ninna nanna o ridurla ad una playlist di Alexa nel sottofondo, mentre continuiamo a fare le nostre mille cose al minuto è una vera perdita. 

C’è il rischio di svuotare uno dei momenti di ascolto e relazionale più importanti della giornata e della vita. Ad esempio, leggere libri dà ai bambini il tocco di cui hanno bisogno attraverso le coccole e l’amore. Oppure lavarsi i denti e indossare il pigiama aiuta i bambini a sviluppare l'indipendenza e le abilità per la cura di sé. Dare ai piccoli l'ultimo bicchiere d'acqua prima di addormentarli, sistemare le coperte e rimboccarle rafforza il sentimento di nutrimento e amore. Infine c’è il rituale dell’ abbraccio della buonanotte, che comunica amore e gentilezza senza dire una parola. Un vero rituale che aiuta i bambini a proiettare all’esterno le paure e le emozioni che hanno dentro e che hanno accumulato durante la giornata.

Mi piace pensare alla ninna nanna come "uno scambio di due anime", non solo per dormire ma per sentire la tenerezza, perché queste canzoni ci ricordano che non siamo soli e, nel buio della notte, sembrano contenere la serenità e l'eredità di un futuro migliore. L’amore che ci viene trasmesso nei primi anni di vita è quello più significativo per diventare degli adulti che sanno amare.

... E allora buonanotte!